Eravamo in giardino e mia cognata osservando un non so che esclama:...[ M. ma quanta pazienza hai? Ma di chi hai preso? Sei stata sempre cosí?]
Ebbene si io sono stata sempre cosí, con un carico di infinita pazienza che nemmeno so spiegarmi io stessa. Anzi piu' vado avanti piu' sembra che aumenti. Sinceramente non so se l'ho affinata per natura in quanto nella mia indole, o necessariamente sviluppata per alcuni tipi di lavori che ho fatto. So solo che molto spesso le persone intorno a me o che incontro mi fanno talmente pena o tenerezza che io non riesco a non essere empatica, pertanto paziente.
Ammetto anche che questo mio dare continuamente, anche se parte di me, a volte mi rattrista perché mi stanco senza vedere risultati, perché nessuno prende esempio, perché a volte anche io ho bisogno di qualcuno come me sul mio cammino.
Poi mentre facevo addormentare mio nipote, pensavo tra me e me, forse per questo non saro' mai madre: sono alla fine sempre madre di qualcuno che non ha avuto motivo di uscire dal mio ventre.
E diciamo che mi sento in parte salva con questo mio ultimo modo di vedere l'amore materno o il suicidio sarebbe davvero la mia prima intenzione.
Del resto sono: una persona non realizzata con il lavoro, una donna insicura, una femmina passionale con un freno nella pancia, se poi ci aggiungessi anche una donna senza figlia amen!
Quindi come a volte qualcuno mi ha consigliato "salvare il salvabile" e' un atto positivo alla vita.
AVE CESARE
1 giorno fa
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