Quest'anno è più duro, il lavoro.
Non so precisamente per quale motivo, ma di certo percepisco uno stato depressivo che mi attanaglia.
Ho già rotto due piatti, bruciato quasi una pietanza, una sera ho dimenticato di mettere la sveglia, ho problemi di comunicazione con una persona a cui tengo, ho l'autostima sotto i piedi e 7 kg all'attivo accumulati negli ultimi tre mesi.
Penso mille cose e non ne concludo nessuna.
Scrivo a singhiozzi.
Cammino nel centro a musica alta nelle orecchie, semmai un attentato non voglio accorgermi di nulla.
Vorrei mollare tutto, ogni cosa, l'insoddisfazione è alle stelle.
Del patriarcato e di altre scemenze
50 minuti fa
ok, a parte questo il resto come va?
RispondiEliminaNon c'è un resto.
RispondiEliminaMi spiace moltissimo.
RispondiEliminaTi meriti tanto affetto, M.
Anche tu lo meriti.
EliminaUn abbraccio.
Si, ma tu sei più sensibile e buona di me.
EliminaCiao, M!
La sensibilità è di entrambi credimi, ma la bontà è un discorso a parte, la mia è una bontà malata che mi danneggia.
EliminaTi ordino dI bandirla dai tuoi ideali, non fare la mia fine.
Un saluto immenso.
Non è un lavoro per te, spero tu possa concentrarti su altri percorsi.
RispondiEliminaL'insoddisfazione può essere un carburante potente per il cambiamento.
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