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e fu così che questa stanza diventò solo un raccoglitore di sventure. andate altrove, ove vi sia gioia, ove vi sia sole.
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venerdì 23 giugno 2017

> pensare molto

Forse sono io quella sbagliata, quella che pensa troppo, quella che per muoversi deve essere la più organizzata possibile, quella che non sa più come non sbagliare più per venirne fuori da sola, cercando di non far morire ciò che desidera.
Forse sono io e nulla più.

Oggi ricevo messaggio whatsapp da conoscente che spero diventi amica. Una ragazza o meglio donna in serie e pesanti difficoltà economiche in casa affitto nella Capitale, senza lavoro fisso, stressata e sotto esame (sta studiando per la sua passione nonostante l'età). Oppressa dalla situazione buia e complessa che vive mi raccontava di questo e mi chiedeva altro.
Ebbene io non mi sono mai sentita di affrontare niente di così precario senza un lavoro che non dico molto, ma almeno continuativo, che mi garantisse la tranquillità necessaria per sopravvivere alla meglio in una grande città, di studiare o comunque fare altro che mi recasse piacere e conoscenza..

A questo punto non so se ammirare questa donna o dire a me stessa che senza garanzie è meglio restare impantanata per non finire nel peggio.
Boh! ci sono cose che mi fanno pensare molto come:
nella vita ci vuole coraggio o
nella vita ci vuole almeno un po' di sicurezza.

4 commenti:

  1. Ciao,
    Penso che il coraggio faccia la differenza nella vita e tra le persone, volendo cercare troppe certezze si finisce per non fare nulla, perdere occasioni e rimanere un po' fermi (ma decisamente sicuri, tranquilli, se vuoi)
    Ma d'altro canto non si può andare contro la propria natura, soffriresti per l'icertezza e la precarietà molto di più di quanto tu non faccia ;)

    *il tuo messaggio privato non mi è arrivato, se vuoi ti lascio la mail.. ma penso di intuire il tema del messaggio..

    è sempre un piacere rileggerti, A presto! ^__^

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  2. La sicurezza blocca le voglie e la felicità. Ma disinnesca paure e panico. Allora si vive in una sorta di tranquilla paciosità, si vegeta quasi, non si rischia nulla, si rinuncia, ci si gira dall'altra parte, si evitano salti nel buio che potrebbero rivelarsi tuffi nell'oro e nella gioia. Ma non lo sappiamo prima, quindi evitiamo, nicchiamo, facciamo spallucce, e continuiamo così.

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  3. La precarietà è un problema.
    I vertici l'hanno politicamente corretta in "flessibilità" e la applicano agli altri.

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