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domenica 1 luglio 2018

61# riflessioni del giorno

Giornata piena di riflessioni su di me, sugli uomini, sulla vita.
Esperienze che arrivano sul tuo cammino e che ti segnano. C'è chi le scansa e chi le somatizza arrivando addirittura a provare dolore fisico.

Il riconoscimento consapevole della solitudine umana mi devasta, penso a volte che nemmeno la fede possa sollevarmi in certi momenti. Cerco di raccogliere tutta la speranza possibile affinchè la mia tristezza abbia un limite.

La storia con S. mi segnò molto per il rifiuto che egli ebbe radicale verso di me e, dove, forse, ancora, mi porto strascichi di rabbia e delusione dietro.
La storia con C. mi ha segnato uguale, seppur per motivi differenti.
Sono convinta, conoscendomi, che mi porterò addosso per diverso tempo il timore di incontrare o di unirmi, in taluni casi, a uomini dall'interiorità provata e sofferente, dove io potrò  poi essere, non un'opportunità di miglioramento, ma di tracollo.
Sarà  pertanto complicato che io possa riuscire a vedere gli uomini senza pipparmi il cervello del loro dolore con o senza di me. Ciò  mi portera' sempre più  lontano da relazioni  cosiddette stabili.

Ho sempre creduto che le anime venissero al mondo per evolversi e che ciò le portasse volontariamente anche su sentieri di sofferenza affinché attraverso una corretta rielaborazione terrena ne venissero premiati poi,  con un livello superiore di coscienza e consapevolezza.

E' stata questa teoria che ho  messo insieme utilizzando esperienze e letture varie nel mia vita. Questo modo di vedere l'esistenza mi ha aiutato a dare senso alla profonda sofferenza di una cara persona a me vicina e successivamente al mio disastroso vivere.

Oggi mi accorgo che sto rivivendo quel bisogno di rivedere nella sofferenza e nella solitudine quella speranza di evoluzione, per dare un significato a certi pianti dell'anima.

Non smetterò mai di cercare le risposte.
Non smetterò mai di provare compassione per le anime, cui i loro occhi sono incapaci  di vedere oltre.

4 commenti:

  1. Pensa a quanta gente involuta c'è al mondo, che se ne frega e se la gode!

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  2. Non tutti si evolvono, anzi, molti per nulla. E tu non puoi farci carico del mondo intero, a meno che tu non sia la sorella di Gesù. Allora le cose cambiano.

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  3. Il motore evolutivo è la sofferenza, fuggire da essa. Avrebbe potuto essere anche l'attrazione verso il piacere, ma la sofferenza vince nella gran parte dei casi.
    Però è... una strategia perdente. Allora bisogna educare la mente ad andare verso i propri obiettivi, scappare dai dolori non porta da nessuna parte.
    Tre elementi fondamentali per un buon approccio mentale:
    1 - avere uno o più obiettivi sani, ecologici;
    2 - osservare senza censure la situazione, prendere tutti i dati;
    3 - pensare, immaginare, anche emotivamente, ciò che si desidera raggiungere, il proprio obiettivo.

    Si può iniziare con piccole cose, renderla pratica quotidiana, poi diverrà un modus cogitandi prima e vivendi poi.

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